Vito Teti, già ordinario di Antropologia Culturale presso l’Università della Calabria, si è occupato di storia e antropologia dell’alimentazione (il suo Il pane, la beffa, la festa è stato pubblicato nel 1976 da Guaraldi), dei percorsi della costruzione identitaria, il motivo della melanconia e della nostalgia, di storia e antropologia dello spopolamento e della rigenerazione dei luoghi. È autore di reportage fotografici, documentari etnografici nel Sud Italia, in Calabria e in Canada per conto della Rai, di racconti e narrazioni in cui intreccia, in maniera originale, etnografia, storia, autobiografia, memoria orale e memoria individuale. Tra i suoi scritti più recenti: Il senso dei luoghi. Memoria e storia dei paesi abbandonati (Donzelli 2004; n. ed. ampliata 2023), Pietre di pane. Un’antropologia del restare (Quodlibet 2012; n. ed. 2024), Maledetto Sud (Einaudi, 2013), Terra Inquieta (Rubbettino, 2015; n. ed. 2023), A filo doppio. Un’antologia di scritture calabro-canadesi (con Francesco Loriggio, Donzelli, 2017), Quel che resta (Donzelli, 2017), Il vampiro e la melanconia (Donzelli, 2018), Il colore del cibo (Meltemi, 1999; n. ed. 2019), Pathos (con Salvatore Piermarini, Rubbettino, 2019), Prevedere l’imprevedibile (Donzelli, 2020), Nostalgia (Marietti 1820, 2020), Homeland (Rubbettino, 2022), La restanza (Einaudi, 2022).