Narrare è umano. Ma storytelling è diabolico?

8 Stefano Bartezzaghi

Narrare è umano. Ma storytelling è diabolico?

€ 3.00
Sabato 28 Maggio 2022 12.00
piazza del Duomo 1
“O Italiani, io vi esorto alle storie”. Da decenni ormai la dimensione del racconto ha ricevuto attenzioni degne della famosa apostrofe di Ugo Foscolo. Oggi sappiamo che non soltanto non esiste società umana che sia stata priva di storie, non c’è neppure comunicazione umana che non sia costruita – più o meno esplicitamente – su strutture narrative. Ma è “storia” la ricostruzione documentata del passato ed è “storia” la fandonia; narrare istruisce e incanta. E ancora: lo “storytelling”, che storia ci racconta? Perché una parola inglese al posto di “narrazione”? Che differenza fa? Stefano Bartezzaghi, semiologo e teorico della creatività ci spiega la differenza fra narrazione e storytelling.

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Stefano Bartezzaghi, giornalista, semiologo e scrittore, è docente di Semiotica e di Teorie della Creatività all’Università IULM di Milano; collabora con Repubblica. Ha pubblicato diverse raccolte di giochi linguistici, enigmistici e letterari, e ha scritto la prima storia del cruciverba: L’orizzonte verticale (Einaudi, 2007, 2013). Ha curato e commentato la nuova edizione degli Esercizi di stile di Raymond Queneau, nella classica traduzione di Umberto Eco (Einaudi, 2001, 2008). Fra i suoi altri libri: L’Elmo di Don Chisciotte. Contro la mitologia della creatività (Laterza, 2009); Scrittori giocatori (2010), M. Una metronovela (2015) per Einaudi; Il falò delle novità. La creatività al tempo dei cellulari intelligenti (UTET, 2013); La ludoteca di Babele (UTET, Dialoghi sull’uomo, maggio 2016); Parole in gioco: per una semiotica del gioco linguistico (2017), Banalità: luoghi comuni, semiotica, social network (2019) per Bompiani.

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