Raccontare storie sulla Storia (in tempi confusi)
€ 3.00A partire dagli anni Ottanta un gruppo di antropologi, tra cui l’insigne James Clifford, impresse una svolta fondamentale al modo di narrare le altre culture. Se fino a quel momento la ricerca antropologica era stata uno sguardo dell’Occidente sugli altri, espresso in libri e articoli scritti con un taglio “oggettivo”, ora un tale atteggiamento non era più possibile. Il mondo stava cambiando, la lotta per la decolonizzazione era in pieno corso, gli indigeni diventavano a loro volta antropologi. Di qui l’idea di abbandonare la pretesa di oggettività e dare un’impronta più narrativa ai testi antropologici, che dovevano contenere anche il racconto dell’esperienza del ricercatore. La svolta impressa da Clifford, e dai suoi colleghi ha cambiato il nostro modo di raccontare le altre culture, non più l’Altro visto da Noi, ma Noi insieme agli Altri. Dove stiamo andando, tutti insieme e separatamente? In questi tempi confusi, secondo Clifford, uno dei più autorevoli antropologi contemporanei, proprio una sensibilità “decentrata” può aiutarci a proporre narrazioni storiche adeguate. Taduzione consecutiva a cura di Marina Astrologo.
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James Clifford, antropologo statunitense, è Professore Emerito nel Dipartimento di Storia della Coscienza presso l’Università della California a Santa Cruz. È conosciuto e studiato in tutto il mondo per la sua opera di critica storica e letteraria della rappresentazione antropologica, della scrittura di viaggio, ma anche delle pratiche museali. Con lui l’antropologia pone al centro del proprio discorso non più il concetto di cultura, intesa ormai come testo, ma l’antropologo stesso, o meglio il suo io narrante. Clifford è stato co-curatore, con George Marcus, del volume Scrivere le culture. Poetiche e politiche dell’etnografia (Meltemi, 1998). Questa opera ha occupato uno spazio centrale nel dibattito epistemologico e politico svoltosi in seno all’antropologia e alle discipline correlate. Nell’ultimo lavoro da lui pubblicato (2013), Returns. Becoming Indigenous in the Twenty-First Century, Clifford si dedica allo studio dell’opera di decolonizzazione dei musei etnografici. Returns è il terzo volume di una trilogia, il cui primo volume si intitolava I frutti puri impazziscono. Etnografia, letteratura e arte nel secolo XX (Bollati Boringhieri, 1993). Nel secondo volume, Strade. Viaggio e traduzione alla fine del secolo XX (Bollati Boringhieri, 1999), l’autore ha affrontato le dialettiche dell’abitare e del viaggiare nella post-modernità. La trilogia costituisce un inventivo connubio fra sapere analitico, saggi meditativi e sperimentazione poetica.
James Clifford & i Dialoghi
2022
Il programma sarà disponibile a breve...
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