Darsi dei limiti o riconoscerli?
€ 3.00Cosa sta diventando l’essere umano in quest’epoca che qualcuno ha proposto di chiamare d.C., “Dopo il Coronavirus”? Che umanità è quella della grande accelerazione digitale e della crisi ambientale? Dobbiamo fermarci, riflettere, prendere atto dei danni inferti al pianeta, oppure prendere coscienza che l’essere umano è di per sé un animale limitato e imperfetto e, che proprio i limiti (la morte in primo luogo) ne evidenziano le caratteristiche, tra cui la libertà? Il rapporto con le macchine (quelle digitali, innanzitutto) configura rischi di alienazione e nuove schiavitù? Oppure è proprio la tecnologia che ci fa apparire per come siamo, ovvero esseri la cui “natura” è in realtà una cultura continuamente cangiante? E ancora, saremo destinati a vivere senza lavorare, superando così Homo faber, oppure le nuove tecnologie costringeranno alcuni a farlo per il benessere degli altri? In questo scenario, c’è da interrogarsi sul futuro della diversità culturale. Possiamo inserire la storia dell’umanità lungo un unico grande asse di progresso, oppure proprio in virtù dell’assenza di una natura umana, le varie società delineano possibilità assai differenti e divergenti dell’umano?
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Maurizio Ferraris professore ordinario di Filosofia teoretica presso l’Università di Torino, dove dirige il LabOnt (Laboratorio di Ontologia). Fondatore del Nuovo Realismo, visiting professor ad Harvard, Oxford, Monaco e Parigi, autore di programmi televisivi, è editorialista di la Repubblica, della Neue Zürcher Zeitung e di Libération, dirige “Scienza Nuova”, l’istituto di studi avanzati dedicato a Umberto Eco che unisce l’Università e il Politecnico di Torino ed è rivolto alla progettazione di un futuro sostenibile, tanto dal punto di vista culturale quanto da quello politico.Ha scritto più di sessanta libri, molti dei quali tradotti in varie lingue tra cui: Storia dell’ermeneutica (Bompiani, 1988); Estetica razionale (Raffaello Cortina, 1997); Dove sei? Ontologia del telefonino (Bompiani, 2005, Premio Filosofico Castiglioncello); Documentalità. Perché è necessario lasciar tracce (Laterza, 2009); Ricostruire la decostruzione. Cinque saggi a partire da Jacques Derrida (Bompiani, 2010); Filosofia per dame (2011), Anima e iPad (2011) per Guanda; Manifesto del nuovo realismo (Laterza, 2012). Recentemente ha pubblicato Documanità. Filosofia del mondo nuovo (Laterza, 2021).
Maurizio Ferraris & i Dialoghi
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Il programma sarà disponibile a breve...
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Adriano Favole è professore ordinario di Antropologia culturale presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino dove insegna Antropologia culturale, Antropologia della comunicazione e Cultura e potere. Ha fondato e dirige il Laboratorio “Arcipelago Europa”. È statovisiting professor presso le Università della Nuova Caledonia, della Polinesia francese e di La Réunion. Ha viaggiato e compiuto ricerche a Futuna (Polinesia occidentale), in Nuova Caledonia, a Vanuatu, in Australia, a La Réunion e in Guyana Francese. I suoi ambiti di ricerca principali sono l’antropologia politica, l’antropologia dell’ambiente e l’antropologia insulare. Da anni collabora con “La lettura” delCorriere della Sera. È autore di:Vie di fuga. Otto passi per uscire dalla propria cultura (2018), Il mondo che avrete. Virus, antropocene, rivoluzione (con M. Aime e F. Remotti, 2020) per UTET; La palma del potere (Il Segnalibro, 2000); L’Europa d’Oltremare (Raffaello Cortina, 2020); Isole nella corrente (La ricerca folklorica, Grafo, 2007); Resti di umanità. Vita sociale del corpo dopo la morte (2003), Oceania. Isole di creatività culturale (2010), La bussola dell’antropologo (2015) e La via selvatica. Storie di umani e non umani (2024) per Laterza.
Adriano Favole & i Dialoghi
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